Sette riflessioni sulla riforma Cartabia

1. La riforma Cartabia è un ritorno alla grande della prescrizione. Anzi, peggio: è un’amnistia mascherata. Le Corti d’appello hanno oggi un arretrato di processi che può essere smaltito solo in circa due anni. Questo significa che tutti i processi nuovi che arriveranno saranno falciati dalla “improcedibilità” proposta da Cartabia.

2. La riforma Cartabia non riduce il numero dei processi e la loro durata, ma lo aumenta. Offrendo la concreta speranza (o la quasi certezza) di far morire i processi in appello, disincentiva i riti alternativi (abbreviato, patteggiamento) e incentiva invece i ricorsi in appello e le manovre dilatorie per allungare i tempi del processo. Così crescerà il numero dei processi e la loro durata.

3. La riforma Cartabia aumenta l’impunità. Esempio: una rapina a mano armata finora si prescriveva in 15 anni. Con la Cartabia, dopo la condanna in primo grado, basteranno 2 anni e un giorno per rendere “improcedibile” il reato.

4. Ce lo chiede l’Europa? Falso. L’Europa (il Greco, organismo anticorruzione del Consiglio d’Europa) ha richiamato l’Italia per l’alto numero dei processi uccisi dalla prescrizione (il 10-11%, contro lo 0,1-0,2% degli altri Paesi europei) e ha elogiato la riforma Bonafede della prescrizione. Ora cancellata da Cartabia che sostituisce la prescrizione con l’improcedibilità: peggiore della prescrizione, perché l’imputato non rischia neppure di risarcire la vittima.

5. Non c’era alcuna urgenza tecnica per intervenire sulla Bonafede, perché i suoi effetti (dichiara la stessa commissione Lattanzi-Cartabia) “si produrranno a partire dal 1° gennaio 2025 per le contravvenzioni e dal 1° giugno 2027 per i delitti”. Evidentemente c’era invece una urgenza politica: seppellire una riforma di un governo precedente e far tornare la prescrizione, trasformata in improcedibilità.

6. La riforma Cartabia fa decidere al Parlamento le priorità sui reati da perseguire. È incostituzionale (mina l’obbligatorietà dell’azione penale) e offre ai politici la possibilità di non inserire tra le priorità i reati solitamente commessi dai politici.

7. La riforma Cartabia introduce il divieto per il pm di chiedere l’appello in caso di assoluzione in primo grado: proposta dichiarata incostituzionale già due volte.

di Gianni Barbacetto


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