Abbandonate la nave e si salvi chi può

Lettera aperta al Ministro Tremonti




Egregio Sig. Ministro Tremonti,
probabilmente non leggerà la mia lettera che come tante altre vorrebbero esprimerLe profondi sentimenti e vissuti.
Anzitutto mi complimento con Lei per la metafora calzante di un'Italia affondante come il Titanic.
Mi aspettavo un "Abbandonate la nave e si salvi chi può", non l'ha pronunciata, ma la manovra finanziaria ha lo stesso suono della frase non detta.
So bene quale sarebbe stata, con tutta probabilità, la mia sorte se fossi stata sul Titanic! Senza solidarietà e aiuto sarei stata abbandonata e con me anche familiari o quei pochi che avessero tentato di salvarmi.
Mi incuriosisce immaginare chi avrebbe avuto maggiori probabilità di salvarsi.
Tradizione vuole si inizi a salvare donne e bambini, bene, allora nella nostra nave Italia, "affondante", la maternità e l'infanzia avrebbero dovuto essere al riparo, in salvo, su appropriate scialuppe di salvataggio, con misure a sostegno sia alla figura genitoriale in particolare femminile (che ha maggior carico nella presa in cura dei figli e ha più bassi redditi) sia dei minori a cui va garantito un futuro dignitoso. I tagli massicci alla scuola, le detrazioni tolte per i figli a carico, le spese sanitarie aumentate con ticket (quale genitore rinuncerebbe a fare accertamenti o ricorrere al pronto soccorso per dubbi sulla salute del figlio?) non mi sembrano sostenere bensì zavorrare.
Anche per gli anziani non val la pena sprecare scialuppe soprattutto se non autosufficienti, quindi azzeriamo il fondo per la non autosufficienza: affonderanno prima.
Quindi l'Italia punterà a salvare i giovani, futuro del Paese, mi son detta, si sosterrà la formazione, il lavoro ed altro al fine di tutelare loro e la nostra sopravvivenza. Ma nulla è stato previsto, proposto, inventato. Nessun fermento innovativo a garanzia del lavoro quale certezza e fondamento della nostra repubblica. Eppure l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Oh mi scusi, ho detto nostra, accomunando Lei e me in questa disavventura di sopravvivenza, quando ben so che per Lei, io ed altri come me, li considera zavorra improduttiva e non vorrebbe averci sulla nave.
Poi alla fine ho capito. Si salverà chi ha un proprio salvagente, una scialuppa privata su cui far salire chi preferisce. Si salverà il rampantismo che non si volta indietro, sgomitando forte; forte di potere che sia dato da soldi speculati, depositati all'estero od evasi oppure il potere dato da ruoli ricoperti.
Sempre per metafora e tradizione il Capitano è l'ultimo a lasciare la Nave e sol quando Tutti i passeggeri, sotto la sua responsabilità, son tratti in salvo. Alcuni Capitani scelgono addirittura il sacrificio estremo pur di rimanere fedeli alla loro nave.
Vorrei tanto capire quale Capitano governa la Nave Italia e sperare che l'acqua non mi arrivi alla gola annegandomi prima che la nave affondi.

Katia Pietra

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