Il lupo perde il pelo, ma non il vizio!


Persino nei frangenti drammatici di questi giorni, col fiato europeo sul collo e un decreto sviluppo in altissimo mare, con la rottura con la Lega dietro l’angolo e i sondaggi in picchiata, Silvio Berlusconi riesce a tirare fuori dal cilindro qualche legge e leggina ad personam. 
Nella bozza fantasma del decreto sviluppo, c’è una norma studiata apposta per privilegiare i figli di primo letto del presidente del consiglio ed evitare una eccessiva frantumazione dell’impero dopo la sua prima o poi inevitabile dipartita da questo mondo. Un cruccio che, dalla divisione con Veronica in poi, rappresenta una spina nel fianco del Cavaliere assai più acuminata del massacro sociale che travaglia la stragrande maggioranza delle altre famiglie italiane. 
Attualmente i figli, poco importa se legittimi o illegittimi, di primo, secondo e fosse pure decimo letto, hanno diritto ai due terzi del patrimonio, da suddividersi in parti uguali. La riforma con la quale il nostro si è trastullato fra una tirata d’orecchie europea e l’altra conferma il diritto della prole ai due terzi del malloppo, però non più diviso in porzioni eque. Il genitore può infatti indicare il preferito cui debba andare il grosso della torta, il 50% per la precisione, mentre la restante metà verrebbe divisa tra i fratelli e le sorelle. 
Per fare un del tutto casuale esempio, significherebbe in soldoni che le eventuali mire di una Barbara qualsiasi su un settore specifico del patrimonio (l’editoria per esempio) verrebbero a rigor di legge frustrate a favore, tanto per dire, di una Marina. E così via… 
Ma soprattutto, per fare un esempio meno casuale, ove l’infausto evento dovesse verificarsi prima del divorzio, la leggina post mortem ovvierebbe al rischio che  la somma tra le quote dei figli di Veronica Lario e il 25% spettante alla stessa permettesse a quel ramo della famiglia di assumere il controllo della ditta. 
E’ probabile che Berlusconi sperasse di contrabbandare la legge anti-veronica complice appunto lo scenario apocalittico nel quale la ha incastonata. Se ne è invece accorto il vicecapogruppo dell’IdV alla Camera Antonio Borghesi, che ha così commentato: “Come può influire sulla crescita del Paese una norma dedicata al testamento e alla legittima dei figli? In nessuna maniera ovviamente. Sorge, forte, il sospetto che si tratti dell’ennesima norma ad personam, legata ad equilibri familiari del premier. Berlusconi non smette mai di sorprendere: di fronte al rischio di catastrofe economica del Paese, pensa bene di tutelare le proprie finanze”.


[tratto da http://www.italiadeivalori.it/leggi-ad-personam/9024-cos-non-va-veronica]

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