La polemica, per noi, è vita.
Figuriamoci dunque se ci lasciamo impressionare quando qualcuno
polemizza con noi. Ma per polemizzare bisogna essere corretti, cioè
conseguenti: si può partire dalla premessa che si vuole, inevitabilmente
soggettiva, ma poi si deve portarla fino in fondo, non
cambiarla strada facendo a proprio uso e consumo. Altrimenti si fa
come una certa sinistra spocchiosa e doppiopesita, che in questi giorni
sta dando il meglio di sé. Il Pd esclude dalle liste quattro
impresentabili – Papania, Crisafulli, Luongo e Caputo - per “tutelare
l'immagine del partito” e gliene diamo volentieri atto. Il primo ha
patteggiato 2 mesi e 20 giorni per abuso d'ufficio, il secondo e il terzo
sono rinviati a giudizio (abuso e corruzione), il quarto è indagato
(peculato e truffa). La premessa dunque è che chi ha indagini o processi o
condanne è incandidabile. Benissimo: allora che ci fanno ancora in
lista Oliverio (imputato per bancarotta fraudolenta), Genovese
(indagato per abuso d'ufficio), Capacchione (imputata per calunnia),
Rigoni (condannato e poi prescritto per lavori edili fuorilegge), Lolli (imputato per
favoreggiamento e prescritto)?
Il Pd critica Ingroia perché è entrato in politica subito
dopo aver gestito l'indagine politicamente sensibile sulla trattativa.
Bene. Ma, se questa è la premessa, perché lo stesso Pd ha offerto una
candidatura al procuratore di Taranto, Franco Sebastio (che ha rifiutato),
nella Puglia dove conduce l'indagine sull'Ilva, per giunta dopo che
il Pd ha approvato i tre decreti salva-Ilva per ribaltare le ordinanze del
Gip chieste dalla Procura di Sebastio?
Roberto Saviano, su Repubblica, torna su B. a Servizio
Pubblico per dire che “non può più essere considerato un interlocutore e chi lo
fa gli dà la possibilità di mentire... Più lo si fa parlare, più lo
si aiuta, più si asseconda la sua pretesa alla presenza perenne,
all'onnipresenza televisiva come fosse un diritto da garantire a un
candidato, cosa che non è”. Roberto, ma lo sai o no che a promuovere B. a
“interlocutore” furono Napolitano, Monti e il Pd che a fine 2011, anziché
mandarci al voto, s'inventarono un governo tecnico di cui B. era l'alleato
maggioritario? E, se la presenza di B. da Santoro è divenuta
un evento è anche perché Monti e Bersani non ci mettono piede. E, se molti
han pensato che B. abbia vinto, è perché tutti i giornali, compreso il tuo, han
sorvolato sulle sue figuracce su Imu e complotto tedesco, preferendo
spacciare la scemenza della sua resurrezione.
E poi: come fai a sostenere che, per combattere la camorra a
Scampia, occorre mostrare quel quartiere inquinato
nell'ennesima fiction tv, mentre per combattere B. bisogna farlo
sparire dalle tv? Non potresti metterti d'accordo almeno con te stesso?
Eugenio Scalfari, ospite della Gruber, ha sparato su chiunque
dia noia al Pd. Del partito di Ingroia, Rivoluzione civile, non gli piace
neppure il nome perchè “vuol dire che gli altri sono tutti incivili”
(quindi Partito democratico vuol dire che gli altri sono tutti tirannici?
E Repubblica vuol dire che gli altri giornali sono monarchici?). E poi
“Ingroia ha un programma fatto solo di legalità. Ma un governo deve occuparsi
anche di economia, ambiente e paesaggio” (forse non sa che Ingroia candida
economisti come Giacchè e addirittura il presidente del Wwf). Per la
legalità basta e avanza il Pd, che "ha escluso alcuni discutibili
personaggi dalle liste" (peccato che, mentre il Fatto
li segnalava uno a uno, Scalfari parlasse d'altro). Dulcis in fundo,
le solite calunnie sulla "puntata combinata di Santoro: ma quali
domande gli han fatto?”. L'abbiamo sbugiardato su Imu, banche
tedesche, conflitto d'interessi, “mai avuto processi prima del '94”,
“sempre stato assolto”, cercando di parlare al pubblico a cui parla
lui: il suo. Ma Scalfari non se n’è accorto: è una vita che parla solo con
se stesso.
di Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano del 20 gennaio 2013
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