Le serve padrone


Il parco donne politiche italiane rispecchia, come nella vita reale, la dicotomia schizofrenica tra le tante mule che fanno in silenzio e con eccellente professionalità il loro lavoro e le poche somare convinte che il mondo debba essere sempre preso a zoccolate perché loro sono bestiole tanto discriminate, poverine. Quindi cos’è quella cartaccia intestata con scritto ” IL Presidente”? Via, si sostituisce con “LA Presidente”. Costerà, ma è questione di principio, echeccà.
Ci sarebbe invero anche la terza categoria, quella del: “Ragazza, ti abbiamo dato un posto che puoi considerarti una miracolata. Stai lì buona, non toccare nulla, non rompere e lasciaci lavorare” ma non ci occuperemo delle sue rappresentanti, pescate soprattutto ma non solo nell’allevamento trote del centrodestra, perché il loro ruolo è volutamente defilato. Se faranno cose buone nei rispettivi ministeri probabilmente non lo sapremo mai, e la cosa in fondo è assai triste.

Tornando alla dicotomia, indovinate chi ottiene più spazio sui media? La professionista e basta o la vajassa? Tra mule e somare non c’è partita. Non a caso il mulo è un ibrido, resistente al lavoro ma incapace di riprodursi e forse anche un po’ fessacchiotto.
Del resto il Potere, ancora maschile nonostante le zie ricche Lagarde a guardia della cassaforte, le vuole così. Arroganti, piccine, altezzose, camurriuse, femministe piagnone ma in fondo bramose di ostentare un poterucolo da badanti che sono riuscite a farsi sposare dal vecchio e potere che comunque è stato dato loro da uomini e con un secondo fine rispetto a ciò che loro credono.
Perché non crederete mica che Boldrini e Kyenge, ovvero le frontwomen del governo collaborazionista, non servano a far sì che il processo di emancipazione della donna, ogni volta che aprono bocca, faccia tre passi indietro, rendendo vano il lavoro duro nella vita quotidiana delle altre mule e in fondo anche delle ragazze trote.
In un mondo normale e veramente antirazzista Kyenge sarebbe, visto che è tanto bravo medico, Ministro della Sanità a dirigere tutti quei baroni e BigPharmacisti bianchi e non passerebbe le sue giornate ad insultare a pagamento i suoi concittadini come se fossimo l’Alabama degli anni 50. E Sua Eccellenza Innominabile si limiterebbe a calcare le orme di Nilde Jotti (ma perfino di Irene Pivetti) e non quelle di una Santa Evita con la missione di abbaiare al Movimento 5 Stelle appena qualcuno di loro apre bocca o, peggio, tenta di difendere le Istituzioni dai satrapi e satrapesse che le hanno okkupate, la Costituzione e quei disgraziati degli italiani che nei valori e nel loro paese credono ancora. Grazie in ogni caso, ragazzi.
Di queste donne(tte) inebriate dal potere, le peggiori viste all’opera sono quelle di sinistra, o che si dicono tali, perché quelle di destra di solito vengono già abituate, vaccinate e microchippate da sciurette.
Utilizziamo ancora per poco e per intenderci questo termine morente, Sinistra, che sostituirei con Destra 1 e Destra 2, se il ministro Cécile è d’accordo. Tanto da vent’anni funzioniamo a destre alternate e non se ne accorgerà nessuno.

Alle piddine e affini piace tanto andare in giro con la scorta. Come la ormai mitologica Finocchiaro che, per la propria sicurezza, ha bisogno di tre spingicarrello armati anche all’IKEA, però si veste di un bel rosso fiammante che si vede benissimo con il mirino telescopico e quindi c’è un parametro illogico nelle regole di protezione.
Piace loro talmente tanto avere dei baldi giovani cavalieri a difenderle, le ministre – “e quando mai ci ricapiterà” – che si portano dietro anche la famiglia quando vanno al cinema in gondola e poi non resistono alla tentazione della manina alla Regina Elisabetta. Scorta confezione famiglia, tanto pagano i milioni di Pantalone che le mantengono ogni giorno a filetto e babà senza averle mai elette. E che probabilmente col cavolo che le eleggerebbero, se potessero esprimere uno straccio di diritto di preferenza.
Ieri pomeriggio, all’esponente del M5S Di Battista che si è permesso di denudare l’Imperatrice dicendo che il PD è peggio del PDL, enunciando semplicemente la Quinta Legge aggiunta della Termodinamica, Sua Immacolatezza ha risposto come una furia: “Non offenda”. Aprendo per altro nel mondo scientifico e filosofico un dibattito tra scuole di pensiero su chi si dovesse offendere all’immondo paragone, se il piddino o il pidiellino o entrambi. O nessuno.
Consiglio alla Presidente l’apposizione di un paio di cartelli in aula: “Non si bestemmia” e “In questo locale non si parla di politica”. Di epoca fascista, lo so, ma stia tranquilla che, di questi tempi, dei suoi compagni non se ne accorge nessuno.
Tratto da Mente critica

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