Inceneritore, rimediamo agli errori del passato



In un Paese che premia opportunisti e voltagabbana si è autorizzati a credere che la coerenza sia la virtù degli imbecilli. Lo pensano in molti, soprattutto con riferimento alla politica, dove l’esame del Dna non è richiesto ai leader e tanto meno ai gregari. Si salta da un carro all’altro con la massima disinvoltura e con altrettanta spregiudicatezza si cambia idea. Oggi vediamo che alcuni tra i più convinti sostenitori dell’inceneritore di Cremona, persone che diciannove anni fa si fecero in quattro perché quel progetto fosse approvato, sono passate al fronte opposto. Ieri gridavano inceneritore o morte, oggi ne chiedono lo spegnimento. Sappiamo che l’Europa, il Governo e la Regione spingono in questa direzione e una maggiore sensibilità ambientale è maturata nel Paese. Scelte alternative all’incenerimento potevano essere fatte anche vent’anni fa, ma bisognava rinunciare ad appalti miliardari che fanno gola anche oggi. Siamo a un bivio: o si spendono 80 milioni di euro per ammodernare il termocombustore di Cremona o lo si smantella, come ha fatto Reggio Emilia che punta su una centrale per il trattamento meccanico e biologico con la trasformazione dei rifiuti in vetro, carta, plastica e metalli.

Là si investe sulla raccolta differenziata porta a porta, come stanno facendo i Paesi più attenti all’ambiente. Qui la discussione è partita dai sindaci e si è sviluppata dentro e tra i partiti che a Crema, in Provincia e a Cremona hanno raggiunto una sorprendente ma precaria convergenza. Sembravano tutti d’accordo sulla dismissione dell’inceneritore, lunedì in consiglio comunale, quando hanno votato compatti a favore dello spegnimento graduale del combustore e sulle innovative politiche ambientali da adottare. Sembravano, ma non lo erano. Domani il Pdl processerà il suo assessore all’Ambiente, Francesco Bordi, promotore della mozione approvata anche dal Pd. Non meno sconcertante il voltafaccia del Pdl cremasco che giovedì è uscito dall’aula per non votare una mozione sui rifiuti firmata anche dal suo consigliere Antonio Agazzi. Posizioni non meno contraddittorie e confuse emergono anche dal Pd. Il senatore Luciano Pizzetti giustifica il vergognoso comportamento dell’accoppiata Dc-Pds, ladra di democrazia, che calpestò il risultato del referendum del 18 giugno ’94. E’ sorprendente leggere che fu giusto ignorare l’esito della consultazione perché il parere contrario all’inceneritore era stato espresso da meno di un terzo degli aventi diritto al voto. Quei ventimila cittadini, caro senatore, rappresentavano il 58 per cento dei votanti. A questa stregua Obama non doveva essere nominato presidente degli Stati Uniti perché ha ottenuto solo il 51,5 per cento dei voti del 58,2 per cento degli aventi diritto. Stesso discorso vale per il governatore della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, eletto con percentuali ancora più basse.

La democrazia si basa su regole chiare che vanno rispettate se si vuole conservare la fiducia della gente. Il declino dei partiti e il movimentismo, generatore di soggetti come la Lega Nord e i 5 Stelle, sono figli dell’arroganza del potere, di atteggiamenti ondivaghi e della nebbia che avvolge gran parte delle decisioni della classe politica dirigente. Il cittadino non capisce, subisce, ma alla lunga si ribella. Il Paese resterà perennemente avvitato su se stesso se lo stile gattopardesco continuerà a permeare il comportamento dei politici. Per quel senso di responsabilità al quale ripetutamente fa appello il Presidente della Repubblica, e anche per riparare i danni del passato, si apra un confronto serio sullo smaltimento dei rifiuti in provincia di Cremona. Se ne discuta su due tavoli distinti, l’uno tecnico e l’altro politico, che lavorino senza interferenze e commistioni. Si tenga conto anche dell’impatto economico che le diverse opzioni hanno sui cittadini se è vero che dal 2000 le tasse sui rifiuti sono aumentate del 67 per cento e che quest’anno l’importo medio si attesterà sui 450 euro a famiglia. Solo un percorso lineare e trasparente potrà garantire che le decisioni siano prese nell’esclusivo interesse dei cittadini e per il bene del territorio.

Vittoriano Zanolli
La Provincia di Cremona del 6 ottobre 2013

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