La abitudini di pensiero e l'educazione proibita


Perché la sinistra non seppe rinunciare al momentaneo vantaggio di Prodi quando la sua mezza vittoria avrebbe spinto a nuove elezioni? Perché la destra non sa rinunciare al leader giustamente condannato, persino quando si rivela una palla al piede che azzoppa il paese? Insomma perché non siamo capaci di rinunciare alle nostre ABITUDINI DI PENSIERO?
Il meccanismo, che fa parte delle cerimonie del lutto, ce lo ha ben spiegato 40 anni fa Henri Laborit con il libro La nouvelle grille, mai tradotto in italiano perché non era interesse del pensiero di destra e nemmeno di quello di sinistra diffondere un testo che in pratica diceva che conservatorismo e marxismo hanno una matrice comune legata alle gerarchie sociali con la sola differenza che l'uno vuole invertire le gerarchie dell'altro. E non conveniva nemmeno al pensiero cattolico dal momento che Laborit equiparava la religione al pensiero magico.
Vi trascrivo il passaggio:

"La cultura, l'abbiamo detto, è ciò che ha l'aria di non vendersi, di non essere produttiva, anche se in realtà, pur se a-scientifica, essa vende bene e riesce a far vendere meglio.
Talvolta, all'uomo economico e all'uomo ludico, si aggiunge un'altra porzione, quella dell'uomo religioso o politico, che poi è la stessa cosa. Se scienza e cultura non riescono a sconfiggere l'angoscia fondamentale [la paura della morte NdB] e se essa non è ancora stata occultata dagli automatismi sociali, ecco che intervengono la religione e la politica a fornire un'attività, una ricerca della gratificazione mancante. Accanto alle relazioni gerarchiche in seno alla sua attività produttrice, le relazioni dell'individuo creano ABITUDINI NELLE RISPOSTE DEL SISTEMA NERVOSO rispetto all'ambiente in cui vive. Queste abitudini rendono l'individuo dipendente dall'altro e l'altro dipendente dal lui.
Sfortunatamente, se intervengono interferenze in un solo senso, si può verificare una CRISI DI ASTINENZA del tutto simile a quella causata da un tossico di cui si ha dipendenza. 
Visto da questa prospettiva ogni gruppo va ripensato, a partire dalla famiglia, se quello che c'interessa è un individuo che trova il proprio equilibrio all'interno della società.
L'organizzazione intera della società andrebbe ripensata sotto il profilo di un RAPIDO TOURN OVER in modo da non creare dipendenza nei rapporti la cui rottura potrebbe provocare sofferenza.
La GRATIFICAZIONE dovrebbe stabilirsi con un altissimo numero di relazioni sociali e non dovrebbe mai ISTITUZIONALIZZARSI. 
Se la ricerca della RIPETIZIONE DELL'ATTO GRATIFICANTE è un dato acquisito tanto dalla neurofisiologia quanto dalla tossicologia, bisognerebbe per lo meno conoscerne le leggi fondamentali per evitare di creare dipendenza da agenti tossici, siano essi chimici, sociali o culturali". 

In seguito Laborit suggerisce come si potrebbe ottenere questo e quanto questi meccanismi di cui siamo impregnati siano trasmessi da noi ai bambini, a partire dalla scuola e dal sistema di votazione. A questo proposito vi consiglio la visione del film che trovate su Youtube dal titolo "La educacion prohibida".


Natalino Balasso

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