Primo maggio, un inutile rituale



Il primo maggio è la festa dei lavoratori, ideata alla fine dell’Ottocento per rivendicare migliori condizioni di lavoro. La festa dei lavoratori attecchisce le proprie origini  in un periodo storico di forte dicotomia sociale: da una parte i borghesi capitalisti e, dall’altra, gli operai proletari. Oggi, francamente, questa divisione così netta non ha più senso di esistere: l’avvento della globalizzazione ha appiattito la società attuale, e la mancanza di lavoro si fa sentire per tutti quanti, dall’operaio al piccolo artigiano. I dati Istat pubblicati nei giorni scorsi, poi, non lasciano ombra di dubbio: in Italia, e non in un Paese del Terzo Mondo, un milione e centomila famiglie sono senza reddito da lavoro. Ogni giorno quattro milioni di persone (quattro milioni!) si mettono in fila per pasti caritativi. Persone che annaspano quotidianamente per cercare di restare a galla.
In questa situazione, ha ancora senso festeggiare i lavoratori?
Il dramma della crisi economica ha aperto ferite profonde nel corpo sociale. Queste enormi piaghe non si guariscono sperando che il Pil domani cresca di qualche punto percentuale.
Da trent’anni il meccanismo economico della nostra società si basa su ricette neoliberiste” che considerano “ininfluente” l’esistenza della povertà. Non sarebbe ora di ripensarle insieme queste ricette?
Le ottanta euro (ma anche meno) promesse da Renzi a chi guadagna poco (senza dare nulla agli incapienti, cioè a chi guadagna meno di 8.000 euro all'anno), il (presunto) taglio agli sprechi, la (presunta) limitazione dei superstipendi dei manager statali: sembrano passi insignificanti che puzzano tanto di giochetti pre-elettorali, come se si volesse spegnere un incendio portando l’acqua con un cucchiaino del caffè. 
Qui serve altro. Occorre ripensare il nostro sistema economico-finanziario, occorre avere un programma che tocchi tutti i componenti della società, perché nessuno deve sentirsi escluso e perché nessuno deve rimanere indietro. Il Movimento 5 Stelle un programma l’ha e vuole cambiare questa Italia fondata sui rituali del secolo scorso. Il 25 maggio hai la possibilità di votare chi vuol veramente cambiare. Ricordalo.

Giorgio

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