E va bene, prendiamo atto. Dunque, la versione riveduta e corretta è che bisogna chiedere scusa alla signora Fallaci, ma scusa di cosa, alla fine non si capisce. Riassumiamo: all’indomani dell’11 settembre 2001, il primo clamoroso, spettacolare, micidiale, schifoso atto di guerra dell’integralismo, la signora Fallaci diede voce alla pancia del mondo, parlando di guerra di civiltà, occidente colpevole di “buonismo e collaborazionismo, coglioneria e viltà”, insomma precedendo di un decennio abbondante le sottili argomentazioni di un Salvini. Bene. Quelle scenate da anziana signora – tipiche dei molto spaventati che dicono: non ho paura – furono diffuse per pagine e pagine sul primo quotidiano nazionale, rilanciate, sottoscritte. I libri con quelle ricette moderate (dichiariamogli guerra e sterminiamoli tutti, con tanto di insulti alla religione di un miliardo di persone sul pianeta) vennero stampati in milioni di copie, fecero per qualche tempo la fortuna dell’editore (lo stesso del Corriere, peraltro), divisero e fecero discutere, assumendo un valore di gran lunga superiore alla loro sostanza.
E ora si scopre che dovremmo dire “scusaci Oriana”. Ma scusaci di cosa? No, perché di solito si chiede scusa quando uno dice una cosa giusta, non lo si ascolta, si fa il contrario, e dopo anni si scopre che aveva ragione lui e allora si dice: scusa. E qui casca l’asino. Perché invece, negli anni che seguirono l’11 settembre 2001 non si fece il contrario di quello che predicava la sora Oriana, ma si fece esattamente quello che chiedeva lei. Una guerra “di civiltà” che fece almeno centomila morti civili in Afghanistan, cui seguì una guerra illegale in Iraq con un milione di morti civili, la deposizione di un dittatore con conseguente consegna del paese e della regione a bande armate e assassini che adesso se ne vanno sparacchiando per l’Europa e il mondo. Insomma: non è che Oriana suggerì di dispensare fiori e cioccolatini. No. Suggerì invece esattamente quello che mister Bush e mister Blair (supportati da alcuni personaggi minori tra cui l’esimio Berlusconi) fecero: una guerra indiscriminata e feroce che non risolse nulla e che peggiorò la situazione. Tanto che anche mister Blair – inspiegabilmente rimasto faro per qualche blairiano rinato che abita e governa qui – ha candidamente ammesso che fu proprio quella guerra a determinare le condizioni per la nascita dell’Isis. Insomma, a tirare le somme, l’assunto per cui la Fallaci aveva ragione e non le si diede retta è fortemente campata per aria. Anzi è proprio il contrario: la Fallaci aveva torto e le si diede fin troppo retta, ed eccoci dove siamo. Il che a rigor di logica dovrebbe tradursi in una condizione speculare e contraria: non Oriana scusaci, ma Oriana (e tutti i fallaci fallaciani) chiedete scusa.
Alessandro Robecchi
Tratto da alessandrorobecchi.it
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