Sottoscrivo quanto scritto in questi giorni da Massimo Riva, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle di Lecco.
"Inutile negare che la "vicenda Pizzarotti", a prescindere da come verrà risolta, lascerà aperti una serie di interrogativi cui saremo chiamati a dover rispondere.
- Ruolo "esecutivo" della Casaleggio Associati nel dettare la linea politica o prendere decisioni. Inaccettabile per un Movimento che si professa orizzontale e privo di gerarchie (che invece ci sono). La linea politica deve essere decisa in maniera collegiale dalla base. Rousseau riuscirà a consegnare nella mani della collettività della base il potere di indirizzo ed esecutivo finora negatoci a livello nazionale o anche solo sovracomunale?
- Legittimazione democratica di ogni ruolo ed incarico, fosse solo anche di coordinamento e supporto. Non sono accettabili nomine calate dall'alto o peggio successioni dinastiche. Questa criticità ci rende vulnerabili agli attacchi e ci drena impegno nel tentativo (spesso maldestro) di contrastarle, distogliendoci dalla proposta programmatica su cui vorremmo catalizzare l'attenzione.
- Legittimazione democratica di ogni scelta strategica che riguarda la nostra azione politica nazionale. Vedi interrogativo al punto 1).
- Collegialità nelle decisioni attraverso le votazioni in rete. Sono poche e di fatto ratificano decisioni già prese "in alto". Vedi interogativo al punto 1)
- Regolamento certo che codifichi ruoli, funzioni e turnazione oltre che comportamenti e condotte in determinate situazioni. Nella sostanza dei fatti "Non Statuto" e "Regolamento eletti" presentano delle lacune da colmare.
Le problematiche restano comunque sul tavolo e dire "va
tutto bene madama la marchesa" non ci aiuta a crescere ed evolvere. Sempre
che lo si voglia fare ovviamente...
Ne evidenziamo alcune che sono il frutto sia di riflessioni
personali sia del confronto sistematico con chi si avvicina a noi e
magari potrebbe partecipare alle attività, ma che si blocca perché non disposto
a fare "atti di fede" nei confronti di situazioni che noi stessi
attivisti (anche con incarichi istituzionali) facciamo fatica a comprendere e spiegare.
O cerchiamo noi della base di farci carico di proporre
qualcosa che ponga rimedio alle questioni sopra citate o comunque ci verrà
imposto dalla normativa nazionale. Siamo dell'idea che i processi in atto non
vadano subiti ma gestiti.
Cosa ne pensate?"
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