5 stelle e 2 misure


L’altro ieri, mentre Matteo il Bomba dava lezioni di trasparenza ai 5Stelle (“mai viste tante bugie tutte insieme”), il suo ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan telefonava a Fabrizio Viola, ad di una banca privata, il Montepaschi, e gli intimava di sloggiare per ordine del premier Renzi. Motivo: Viola non piace ai vertici della banca d’affari JP Morgan, a cui Renzi ha promesso in dono il Mps. Roba che nemmeno Erdogan, o Putin. Il tutto due giorni dopo aver giurato a Porta a Porta: “La politica non mette più bocca nelle banche”, mentre il 4 luglio pontificava: “Noi abbiamo tolto la politica dalle banche. Noi facciamo gli interessi dei cittadini e dei correntisti, non delle lobby”. Una maxiballa che fa scopa con quest’altra: “Cacceremo i partiti dalla Rai”, detta un attimo prima di renzizzarla con tutte e tre le reti e i tg. Intanto, mentre i Renzi boys puntavano il dito contro i conflitti d’i n t eressi della Muraro, prima consulente Ama poi assessore all’Ambiente, e della Raggi “eterodiretta” da torbidi "ambienti di destra”, il premier volava in Cina con Diego Piacentini, vicepresidente e mega-azionista di Amazon (80 mila titoli, roba da 62 milioni di dollari), da lui scelto come commissario all’Agenda digitale: ruolo che gli consentirà di conoscere e orientare le strategie del governo in un settore che lo vede in affari, anche a proposito delle politiche fiscali (web tax sì o no? Naturalmente no, sennò sai quanto ci rimette il colosso Usa, e dunque lui). Tutti fatti che si leggono solo sul Fatto, quindi non esistono. Parafrasando il Pd e i giornaloni al seguito a proposito del M5S: Renzi non sarà mica in conflitto d’interessi, o eterodiretto per i suoi legami con JP Morgan e Amazon? Ma l’interrogativo lo pone solo il Fatto, dunque non esiste. Però fateci capire: l’obbligo di trasparenza, verità e onestà lo devono rispettare solo i 5Stelle che l’han sempre richiesto agli altri, o anche gli altri che se ne sono sempre infischiati? È giusto che chi chiede e ottiene voti su quei tre impegni debba essere il primo a mantenerli. Ma si può dare per scontato che tutti gli altri non li rispettino? Trasparenza, verità e onestà non sono forse le precondizioni che ogni politico deve osservare? O valgono solo per chi le predica, mentre è normale che non valgano per chi fa dell’opacità, della menzogna e dell’illegalità la propria ragione sociale? Ogni forza politica è libera di dire e fare ciò che vuole. Ma la stampa dovrebbe dichiarare quali sono i principi ispiratori della buona politica: e poi pretenderli imparzialmente da tutti. Altrimenti, se un FI, un Ncd o un Pd mente o delinque, non fa notizia e i 5Stelle si ritrovano soli a rispondere di ciò che in tutto il mondo è un dovere per tutti. È questo doppiopesismo peloso che rende vomitevoli le lezioncine dei partiti e dei loro house organ al M5S. I cui errori abbiamo denunciato anche noi, ma dopo aver applicato le stesse categorie a tutti gli altri. Giusto chiedere le dimissioni della Muraro indagata, ma a patto di pretenderle anche dai sottosegretari indagati De Filippo, Vicari e Castiglione. Chi lapida la Muraro per aver mentito e Di Maio & Raggi per aver taciuto in qualche intervista dovrebbe fare lo stesso col sindaco di Milano Beppe Sala, che ha mentito e taciuto nell’autocertificazione patrimoniale firmata sul suo “onore”, a proposito di una villa e due società. Che poi la Procura abbia chiesto l’archiviazione, non significa che Sala non sia tuttora indagato e non abbia mentito: gli stessi pm confermano che non ha detto la verità, ma in una forma furbesca punibile in via amministrativa e non penale. O la trasparenza è un obbligo solo per qualcuno e un optional per tutti gli altri? I 5Stelle sbagliano ad attaccare la stampa per nascondere i propri errori. Ma dov’erano certi giornali e tg quando B. delinqueva abitualmente e dove sono quando Renzi mente impunemente? Chi fa editoriali pensosi su Di Maio e Muraro, o accusa la Raggi di farsi circondare dalla “destra” (strano: la sua è la giunta più di sinistra mai vista in Italia; l’urbanista Berdini l’ha ingaggiato lei, mentre Renzi preferisce Verdini, e i sindaci di centrosinistra si facevano scegliere l’assessore all’Urbanistica dai palazzinari), ha mai fatto una domanda a Renzi sul patto del Nazareno col noto tupamaro B.? E sulla nuova Costituzione scritta col celebre terzinternazionalista Verdini? E sui rapporti tra papà Boschi e Flavio Carboni, massone condannato per bancarotta fraudolenta e legato alla Banda della Magliana? Su Repubblica, Sebastiano Messina lacrima inconsolabile per il no del M5S alla candidatura olimpica del 2024: “Dobbiamo rassegnarci, noi che credevamo ancora nei giochi di Olimpia come simbolo della pace e della fratellanza fra i popoli”. Povera stella. Chissà dov’era Repubblica nel 2012, quando l’amato (da Repubblica) governo Monti rinunciò a Roma 2020. Le Olimpiadi 2020 non erano simbolo di pace e fratellanza, mentre quelle del 2024 sì? Messina sbeffeggia la Raggi perché, scoperto che De Dominicis è indagato per abuso, l’ha messo alla porta: ma l’avrebbe attaccata anche se l’avesse difeso, come Repubblica ha fatto per la Muraro e non ha fatto per Renzi che si tiene stretti De Filippo, Vicari e Castiglione. Repubblica ha una linea – possibilmente valida per tutti – sugli indagati al governo? O dipende dal colore? Il direttore Mario Calabresi è affranto perché il M5S ha “messo da parte” i “valori civili” a cui “questo giornale e la sua comunità di lettori sono sempre stati attaccati”. Partecipiamo commossi al suo lutto. E speriamo che non scopra mai dove se li mette il premier quei “valori civili”. Altrimenti, temiamo, non reggerebbe al dolore.
Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano, 10 Settembre 2016

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