Sono furente per quello che ha detto Giovanardi sulla 7 a Exit di Ilaria D'Amico.
Ancora la storia che mio padre era fascista. Incredibile come le calunnie reggano ai decenni in un paese dove la malafede si vende a chili.
L'accusa fu mossa dal settimanale fascista "Il Borghese" con tanto di disegno di mio padre che in divisa da repubblichino partecipava a un rastrellamento di partigiani, mitra alla mano. Parliamo di più di 40 anni fa!
L'accusa fu mossa dal settimanale fascista "Il Borghese" con tanto di disegno di mio padre che in divisa da repubblichino partecipava a un rastrellamento di partigiani, mitra alla mano. Parliamo di più di 40 anni fa!
Per sbugiardare questa calunnia mio padre raccolse le dichiarazioni giurate di molti capi partigiani e vari testimoni. Ma la ciofega continua a girare...
In breve i fatti: la mia famiglia è da sempre di sinistra, mio nonno, Felice Fo era iscritto al Partito Socialista, sua sorella, Anna Fo, era tra i fondatori della sezione di Milano del PCI (tessera numero 24).
In breve i fatti: la mia famiglia è da sempre di sinistra, mio nonno, Felice Fo era iscritto al Partito Socialista, sua sorella, Anna Fo, era tra i fondatori della sezione di Milano del PCI (tessera numero 24).
Mio nonno e il fratello di mia nonna, Nino Rota, organizzarono la fuga dall'Italia di parecchi ebrei e prigionieri inglesi fuggiti. Li nascondevano nei cassoni della sabbia dei freni dei treni diretti in Svizzera (mio nonno era capostazione a Luino). Contro Nino Rota fu spiccato mandato di cattura dalle autorità nazifascite e si salvò scappando epicamente per i tetti e dandosi successivamente alla clandestinità.
Mia nonna faceva parte della rete di soccorso ai partigiani; Leo Wächter, gappista, ebreo e comunista, fu curato da mia nonna, Pina Rota, dopo che aveva ucciso a Milano un gerarca nazista. Insieme ad un altro ferito saltarono su un treno merci e raggiunsero Luino.
Mia nonna faceva parte della rete di soccorso ai partigiani; Leo Wächter, gappista, ebreo e comunista, fu curato da mia nonna, Pina Rota, dopo che aveva ucciso a Milano un gerarca nazista. Insieme ad un altro ferito saltarono su un treno merci e raggiunsero Luino.
Mio nonno era tenete del Comitato Nazionale di Liberazione.
Mio padre e mio zio, Fulvio Fo, collaborarono con la resistenza occupandosi di rifornire i partigiani.
Quando mio padre fu chiamato di leva in famiglia si decise che doveva presentarsi, un disertore in casa avrebbe creato molti problemi al lavoro clandestino dei genitori.
Mio padre fece tutti corsi i di specializzazione militare per evitare di andare a combattere (paracadutista, guastatore ecc) e poi riuscì a essere dislocato a dipingere le pareti di una chiesa, visto che era un bravo pittore.
Quando la sua unità fu trasferita in Germania disertò disegnando timbri e firme su un lasciapassare, e fu nascosto per mesi a casa del podestà di Luino che pur essendo fascista era stato convinto da mia nonna a proteggerlo, aveva evidentemente capito che la guerra era persa e valutò che aiutare una famiglia partigiana gli sarebbe stato utile.
Mio padre non è mai stato fascista, non ha mai preso parte a combattimenti contro i partigiani, se lo avesse fatto sicuramente tutti i parenti si sarebbero riuniti e lo avrebbero fucilato in casa.
Chi ha conosciuto mia nonna Pina, una donna esile con un naso importante e una volontà di ferro, non avrebbe dubbi.
Che rabbia sentire ancora queste storie... Mio padre ormai ha rinunciato a dibattere... Tutto quello che doveva dire lo ha scritto nella sua biografia: Il paese dei Mezaràt.
Qualcuno dirà: fategli causa a Giovanardi... Ma gente... siamo in Italia... Sarebbe una causa persa... La legge che punisce la calunnia è molto capziosa...
Jacopo Fo
Mio padre e mio zio, Fulvio Fo, collaborarono con la resistenza occupandosi di rifornire i partigiani.
Quando mio padre fu chiamato di leva in famiglia si decise che doveva presentarsi, un disertore in casa avrebbe creato molti problemi al lavoro clandestino dei genitori.
Mio padre fece tutti corsi i di specializzazione militare per evitare di andare a combattere (paracadutista, guastatore ecc) e poi riuscì a essere dislocato a dipingere le pareti di una chiesa, visto che era un bravo pittore.
Quando la sua unità fu trasferita in Germania disertò disegnando timbri e firme su un lasciapassare, e fu nascosto per mesi a casa del podestà di Luino che pur essendo fascista era stato convinto da mia nonna a proteggerlo, aveva evidentemente capito che la guerra era persa e valutò che aiutare una famiglia partigiana gli sarebbe stato utile.
Mio padre non è mai stato fascista, non ha mai preso parte a combattimenti contro i partigiani, se lo avesse fatto sicuramente tutti i parenti si sarebbero riuniti e lo avrebbero fucilato in casa.
Chi ha conosciuto mia nonna Pina, una donna esile con un naso importante e una volontà di ferro, non avrebbe dubbi.
Che rabbia sentire ancora queste storie... Mio padre ormai ha rinunciato a dibattere... Tutto quello che doveva dire lo ha scritto nella sua biografia: Il paese dei Mezaràt.
Qualcuno dirà: fategli causa a Giovanardi... Ma gente... siamo in Italia... Sarebbe una causa persa... La legge che punisce la calunnia è molto capziosa...
Jacopo Fo
Commenti
Posta un commento