Emorroidi? Basta un sì

Siccome l’imperativo categorico è “parlare solo del merito della riforma”, il governo e i suoi amichetti parlano di tutto fuorché del merito. Hanno persino riesumato l’inchiesta sull’assessore di Roma Paola Muraro, indagata per un presunto reato ambientale oblazionabile con 600 euro, per annunciare mirabolanti quanto inesistenti novità e sorprese (“verrà interrogata entro Natale”, annunciano le prime pagine delle gazzette, che avevano già annunciato l’epocale interrogatorio entro luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre). Come se l’inchiesta su un assessore comunale, foss’anche colpevole di non aver controllato i quantitativi di rifiuti nel leggendario impianto di Rocca Cencia, c’entrasse qualcosa col referendum sulla Costituzione. E potesse pareggiare il clientelismo sbandierato e santificato dal ras della Campania Vincenzo De Luca per comprare i Sì un tanto al chilo.C’è poi il caso, grave di per sé, a prescindere dai rilievi penali, delle firme ricopiate a Palermo da alcuni dementi a 5Stelle per sanare un errore di residenza nel 2012 alle elezioni comunali che non portarono in Consiglio nemmeno un M5S. Chiunque abbia partecipato o assistito in silenzio al plateale tarocco dev’essere espulso se le sue responsabilità sono confessate o dimostrate da elementi oggettivi; oppure sospeso se è indagato, in attesa che la magistratura ne accerti le responsabilità. Il che vale anche per l’indagine, ancora in fase embrionale, su fatti simili ipotizzati a Bologna. Solo così i 5Stelle confermeranno la loro sbandierata diversità: che non è un fatto genetico (nessun partito o movimento può garantire che tutti i suoi esponenti siano dei santi), ma di regole (tutti i partiti e i movimenti possono liberarsi di chi si comporta male). E su questo i 5Stelle, se vogliono, hanno ampi margini di diversità, visto che destra e sinistra – ora scatenate contro il M5S – sulle firme false hanno costruito liste comunali, provinciali, regionali e nazionali (il presidente Pd della Provincia di Bergamo, Matteo Rossi, ha patteggiato 6 mesi di reclusione per falso in atto pubblico ed è felicemente al suo posto). Quindi non hanno nulla da insegnare a nessuno. Il che non vuol dire che i 5Stelle non debbano allontanare subito chiunque risulti aver violato la legge, anche se non ha patteggiato o non è stato condannato. Se non lo fanno, gli altri non potranno dire “siamo meglio di voi”, ma almeno “siete come noi”. O, alla Totò, “malcostume, mezzo gaudio”.
Ma c’è anche un altro modo di fare propaganda a prescindere dal merito. Ed è il più indecente e vergognoso: fingere che la “riforma” contenga mirabilie che invece non prevede. Come fanno le ministre Boschi e Lorenzin e pure Renzi, speculando sui malati. Il mese scorso, a Unomattina, Maria Etruria Incoronata annunciò mirabolanti miglioramenti nelle cure oncologiche grazie al presunto passaggio delle competenze sanitarie dalle Regioni allo Stato. Poi la Lorenzin, che sarebbe il ministro della Salute e qualcosa almeno lei dovrebbe capire in materia, entrò nel dettaglio promettendo cure migliori per la cirrosi, la glicemia, il diabete e i tumori (per le emorroidi si vedrà). Ma solo se vince il Sì: “La riforma del Titolo V per la sanità darà più chiarezza alle Regioni per quanto riguarda le loro competenze. Oggi ci sono Regioni dove il diabete è trattato in modo diverso da Asl ad Asl. Dove si può trovare un diverso percorso diagnostico. Dove passano o no un apparecchio per misurare la glicemia. Regioni che non mandano le lettere per lo screening dei tumori al seno, altre dove aspetti mesi per una mammografia o c’è gente che chiede la raccomandazione per la chemioterapia. Con la riforma non ci saranno più differenze da una Regione all’altra perché i piani diagnostici e terapeutici saranno normativa generale di competenza dello Stato e le Regioni dovranno applicare le disposizioni che il ministero predisporrà con le società scientifiche, in modo concordato”. Martedì, a Politics, l’incredibile servizio sul malato di tumore costretto a emigrare dalla Puglia alla Lombardia per avere cure decenti, servito sul piatto d’argento alla Boschi per dire che “questa riforma aiuta” il pover’uomo e tutti quelli come lui, “non solo per le cose brutte come il cancro, ma anche per le maternità”.
L’altroieri il replay a Porta a Porta, stavolta usando addirittura i bambini malati di diabete. E lì ecco Renzi e la Lorenzin pronti ad approfittarne per la solita propaganda sugli effetti terapeutici del Sì. Ora, con buona pace di questo governo svergognato e di questi cosiddetti giornalisti del presunto servizio pubblico che apparecchiano assist vergognosi sulla pelle di chi soffre, è bene sapere che nulla cambierà per la salute dei malati con la “riforma” costituzionale. Il nuovo articolo 117 sui compiti di Stato e Regioni accentra solo “le decisioni generali e comuni per la tutela della salute, per le politiche sociali e per la sicurezza alimentare”. L’organizzazione della sanità resta alle Regioni. E i Lea (Livelli essenziali di assistenza) con gli standard nazionali di cura, che questi magliari sostengono di aver inventato con la loro riformetta, esistono dal 2003 e non c’è bisogno di cambiare la Costituzione per fissarli visto che sono già fissati. La disperazione, si sa, gioca brutti scherzi. Ma arruolare i malati di cancro e addirittura i bambini diabetici per raccattare qualche Sì approfittando del dolore altrui e confidando nell’ignoranza, è il punto più basso mai toccato da una campagna elettorale. I puristi del bon ton che s’indignano col ditino alzato per questo o quell’epiteto di troppo, ci aiutino a urlare con quanto fiato abbiamo in gola: “Vergognatevi e fermatevi”.

Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano, 25 novembre 2016

Commenti