A furia di sentir evocare catastrofi, cataclismi e apocalissi in caso di vittoria del No, ci siamo scordati di immaginare che cosa potrebbe succedere dal 5 dicembre se vincesse il Sì. Uno scenario da incubo.Matteo Renzi, cui già oggi non difetta l’autostima, si crederà Napoleone e si comporterà come tale. Anche perché sul capino gli spunterà un qualcosa a metà strada fra la corona e l’aureola.La Costituzione, già modello di sintesi e chiarezza, diventerà un regolamento condominiale scritto in sumero pieno di rimandi ad articoli, commi, sottocommi, numeri e lettere, in cui nessuno capirà più nulla. Un caos totale che innescherà conflitti di competenze e di attribuzioni fra le varie istituzioni, Camera contro Senato, Parlamento contro Regioni, Stato contro Unione europea, e viceversa, tutte in perenne lite fra loro, a tutto vantaggio dell’uomo solo al comando che, approfittando del casino generale, farà il bello e il cattivo tempo secondo i suoi comodi.Anzitutto, prima che l’Europa abbia il tempo di scoprire i trucchi e i buchi della sua ultima Finanziaria, indirà immantinente le elezioni anticipate precisando che esse avranno un solo esito possibile. Subito prima, all’uopo, modificherà con decreto urgente l’Italicum in base ai sondaggi. Niente più ballottaggio, per evitare che lo vincano i 5Stelle. E premio di maggioranza non più al primo partito, ma alla prima coalizione. Questa dovrebbe essere formata da Pd più montiani, alfanidi, verdinidi e sinistre genuflesse alla Pisapia. Casomai non dovesse bastare, sarà della partita anche Forza Italia, chiamata a uno sforzo responsabile e collaborativo per scongiurare la vittoria dei terribili populisti (che, com’è noto, sono sempre gli altri).La nuova Camera sarà così monopolizzata dalle forze responsabili e collaborative, strette intorno a San Matteo salvatore d’Italia, redentore d’Europa e consolatore degli afflitti, che gli voteranno la fiducia ogni volta che Lui la chiederà. In automatico.Il nuovo Senato, invece, sarà monopolizzato dal Pd grazie ai 15 consigli regionali su 20 controllati dal centrosinistra, che vi spediranno un centinaio fra consiglieri e sindaci inquisiti per salvarli dall’arresto, dalle perquisizioni e dalle intercettazioni. E, non potendogli più votare la fiducia, si accontenteranno di accogliere San Matteo con apposite standing ovation ogni volta che passerà a salutarli.Il capo dello Stato non dirà una parola, senza che peraltro nessuno noti la differenza.Anche perché – in base alla nuova Costituzione – potrà essere messo in stato di accusa con i soli voti della maggioranza più una dozzina di parlamentari delle minoranze acquistati dalla maggioranza dopo aver preso atto della propria totale inutilità.Maria Elena Boschi vergine e martire, madre ricostituente autrice della mirabile riforma, verrà premiata con la segreteria del Pd, cosicché nessuno possa più obiettare sul doppio incarico di Renzi, che tanto continuerà a comandare sul partito come fosse il cortile di casa sua. Pier Luigi Boschi, invece, dopo avere ben meritato in Etruria, sarà il nuovo governatore della Banca d’Italia.Denis Verdini, coautore dell’epocale riforma, entrerà ufficialmente al governo con un ministero tutto suo: la Giustizia sarebbe perfetta, ma non si escludono le Finanze.Verrà modificata anche la legge elettorale per i Comuni, con l’abolizione dei ballottaggi e con effetto retroattivo. Si dovrà dunque rivotare a Roma, a Torino e in tutte le città governate dai 5Stelle. E lo si farà a oltranza, finché non usciranno sindaci collaborativi e responsabili. Nell’attesa, Roma sarà di nuovo candidata alle Olimpiadi del 2024, ma anche del 2028, del 2032, del 2036 e così via.Gli esponenti del Pd che temerariamente si erano schierati per il No, da Bersani a Emiliano a Speranza, potranno scegliere fra tre diverse opzioni: fare le pulizie al palazzo del Nazareno; affidarsi alla cura De Luca; lustrare col sidol il monumento equestre in bronzo a San Giorgio Napolitano, appositamente eretto nell’atrio della sede del partito. Invece Cuperlo forse si salverà, anche se nessuno saprà dove metterlo e cosa fargli fare di preciso.Qui si presenteranno all’incasso numerosi sostenitori del Sì, ciascuno dei quali verrà accontentato come merita. Il presidente di Confindustria, Boccia, avrà in omaggio un decreto che introduce una nuova giusta causa di licenziamento in tutte le imprese dell’Impero: quella per antipatia. Jp Morgan avrà in dote Montepaschi, o quel che ne resta. Briatore sarà il nuovo ambasciatore d’Italia a New York, grazie anche alla sua affettuosa amicizia con Trump. Marchionne, Confalonieri, Farinetti e Serra saranno i nuovi Quadrumviri del Partito della Nazione. Pietro Salini di Impregilo potrà finalmente edificare il Ponte sullo Stretto e non solo: anche quello, sempre a campata unica, tra Portopalo e Tunisi. Benigni verrà insignito del Collare della SS. Annunziata.Il Fatto Quotidiano potrà ancora uscire nelle edicole, purché diretto da Fabrizio Rondolino o in alternativa da Costantino della Gherardesca.Grosse novità anche nei palinsesti Rai. Il programma di Bianca Berlinguer Cartabianca, ridenominato “Cartastraccia” anche in memoria della Costituzione, sarà ricollocato alle 5.30 del mattino. Politics di Gianluca Semprini andrà invece in onda ogni sera, a reti Rai unificate, previa abolizione dell’Auditel.La Toscana verrà ribattezzata Boscana, mentre Firenze si chiamerà simpaticamente Firenzi. O, meglio, Sìrenzi.
Marco Travaglio, il fatto quotidiano, 18 novembre 2016
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