Capaci di tutto

Facciamo così. I 5Stelle prendono atto della loro manifesta incapacità di governare Roma, sfiduciano Virginia Raggi e rimandano i romani alle urne. Siccome però c’è il rischio che i cittadini romani – inspiegabilmente scettici sulla capacità di governare di quelli capaci, cioè dei partiti di ogni colore che hanno così bene amministrato la Capitale negli ultimi vent’anni – rivotino M5S, annunciano anche la rinuncia a ripresentarsi alle Comunali, per avere la matematica certezza che il prossimo sindaco non sia un grillino, ma uno capace. Siccome, poi, chi non riesce ad amministrare Roma difficilmente riesce ad amministrare l’Italia, i 5Stelle rinunciano fin da subito anche alle elezioni politiche: i sondaggi infatti li danno in calo per il disastro capitolino, ma ancora favoriti alle urne. Così salteranno almeno un turno e si prenderanno una o più legislature sabbatiche per studiare, imparare come si fa e tentare di formare una classe dirigente all’altezza delle ambizioni. Quando saranno pronti, torneranno a candidarsi alle Politiche e Amministrative, e si vedrà se qualcuno ancora si ricorderà e avrà bisogno di loro: circostanza tutt’altro che scontata, visto che nel frattempo l’Italia e Roma, liberatesi finalmente dall’incubo dei populisti incapaci, saranno saldamente tornate nelle mani dei democratici capaci. Cioè ridiventate il regno di Saturno e la città di Bengodi, com’erano rispettivamente fino a quattro anni e a sei mesi fa, prima della calata degli Unni.

Basta con gli incapaci della giunta Raggi che si fanno bocciare la legge di bilancio dai revisori dei conti. Al loro posto avremo i capaci dei partiti, che hanno scavato nelle casse del Comune un buco di 15 o 16 miliardi (se va bene), consegnando il Campidoglio a Mafia Capitale. Casomai avessero bisogno di una mano per un bilancio oculato e rigoroso, si rivolgeranno ai capacissimi Renzi e Padoan, che in quasi tre anni di governo hanno aumentato il debito pubblico di 118 miliardi (dai 2.106 del febbraio 2014 ai 2.224 di oggi) e varato una legge di Stabilità stroncata dall’Ufficio parlamentare di bilancio, da Bankitalia, dalla Corte dei Conti e dalla Commissione Ue.

Basta con l’incapace Raggi che si fa bocciare dall’Anac la nomina del fratello di Marra alla direzione Turismo. Avremo il capace Renzi che ha nominato la vigilessa Antonella Manzione a capo dell’Ufficio legislativo di Palazzo Chigi e poi alla Corte dei Conti (contro la legge); e Antonio Campo Dall’Orto Ad della Rai, autore di 21 nomine già bocciate come illegittime dall’Anac.

Basta con gl’incapaci a 5Stelle che non sanno scegliersi collaboratori e amministratori, viste le varie inchieste che li coinvolgono. Al loro posto avremo i capaci dei partiti, che vantano 120 inquisiti in Parlamento, 109 nelle Regioni e migliaia nei Comuni. Il capace Sala, per esempio, nella scelta dei collaboratori è un cane da tartufo: all’Expo non gliene hanno arrestato uno, ma tutti. Tranne lui medesimo, che è indagato solo tre volte. Ora però ha autosospeso l’autosospensione, per via di una scoperta sensazionale: “Sono innocente” (la sentenza l’ha scritta lui).

Basta con gl’incapaci a 5Stelle che non sanno scrivere le leggi. Al loro posto avremo il capace Renzi e la capace Boschi, autori di una “riforma” costituzionale scritta coi piedi in una lingua ancora misteriosa, bocciata dal 60% degli italiani al referendum, nonché di una legge elettorale, l’Italicum, che essi stessi hanno già cestinato (mai usata) prima che gliela accartocciasse la Consulta. Avremo la capace Marianna Madia che, amorevolmente assistita da Napolitano jr. e Mattarella jr., ha scritto una riforma della Pubblica amministrazione appena bocciata dalla Corte costituzionale in quanto illegittima. Avremo i capaci Renzi e Padoan che si sono appena visti bocciare la legge sulle banche popolari e hanno lasciato incancrenire per mesi e mesi il disastro creditizio, tant’è che ora ci chiedono un obolo di appena 20 miliardi per fare ciò che avevano sempre negato di voler fare, grazie al cavaliere bianco Jp Morgan: nazionalizzare Mps a spese nostre. Avremo la capace Valeria Fedeli, non laureata né diplomata salvo che sul suo curriculum farlocco, ergo ministro della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca scientifica. Avremo il capace Giuliano Poletti, già celebre per il cenone con Buzzi, Alemanno, Panzironi e Casamonica, che da ministro del Lavoro ha desertificato il settore col Jobs Act e i voucher ora insulta gli italiani all’estero (“fuori dai piedi”), tanto suo figlio Manuel resta in Italia perché lo finanzia il governo di papà alla modica cifra di 200 mila euro l’anno. Avremo il capace Paolo Gentiloni che, da ministro degli Esteri, si astenne sul voto Unesco contro Israele, decisione definita “allucinante” da Renzi, che poi scambiò Gerusalemme per la capitale della Palestina e ora ha indicato Gentiloni come premier-prestanome. Avremo il capace Angelino Alfano, che parla l’inglese come Totò il tedesco (“Noio volevan savuar l’indiriss”), dunque ora è ministro degli Esteri, anche per l’esperienza in sequestri di donne e bambine kazake maturata all’Interno.
Così, con i capaci e senza più gli incapaci, Roma e l’Italia tutta tornera

Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano, 22 dicembre 2016


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