BERGAMO - TREVIGLIO: PIÙ CHE UN’AUTOSTRADA, UNA GIRAVOLTA



«Il nuovo corso della Bergamo – Treviglio dimostra solo una cosa: a tenere le redini è il privato senza mostrare alcun dato scientifico e che, per ora, crea e distrugge tracciati all’oscuro dei cittadini, con il Pubblico messo nell’angolino ad aspettare inutilmente Godot. Da febbraio informeremo oltre 150.000 cittadini con una campagna media, per dipanare il fumo creato ad arte per spacciare come unica soluzione ad un problema reale una pessima soluzione». È questa la posizione del comitato intercomunale Cambiamola! Il diritto a una mobilità sostenibile, che in questi anni ha raccolto oltre 19.000 firme.
«Abbiamo assistito in questi anni a mirabolanti avventure di un’autostrada che era nata in trincea da Osio Sotto a Casirate, per poi arrivare fino a Dalmine. Successivamente il tratto per la Pedemontana era inutile. Dopo la trincea arrivò la strada super elevata, per arrivare fino a Bergamo. Poi è tornata in trincea, ma fino a Dalmine, per poi arrivare fino a Bergamo ma con un extracosto. Doveva pagarsi da sé e costare 140 milioni, con un pedaggio da casello a casello irrinunciabile, poi la regione doveva mettere 30 milioni di euro, poi si pagava solo se si entrava all’inizio o alla fine, per arrivare a 300 milioni di euro. C’era un progetto, poi ce n’erano due, poi uno.
Un turbinio messo su ad arte, senza basi scientifiche, per rendere unica nell’opinione pubblica la soluzione che, per mano del progettista, non risolve i principali nodi di traffico esistenti. Il problema del traffico c’è, la soluzione proposta nel 2012, che è l’unica sui cui ragionare, è dispendiosa ed inutile.
E nel frattempo, la stampa si è bevuta ogni rumors di una comunicazione fatta appositamente per creare disordine, senza che mai un dato scientifico sia stato mostrato ad alcuno. Né alla silente e dormiente Provincia, né ad alcun cittadino. Solo numeri e disegni che giocano all’oscuro dei cittadini.»
«In un quadro così complesso la vera responsabilità politica è quella della Provincia, che in due anni e mezzo non è stata in grado di stendere un documento sul metodo di lavoro della Bergamo – Treviglio. Nessuna programmazione territoriale basata su analisi di traffico, nessuna riunione tra i sindaci e le associazioni di categoria, nonostante le inutili parole del presidente Matteo Rossi che promise questi incontri ormai due anni e mezzo fa, nessuna richiesta al privato di mostrare le proprie carte che svela come in una partita di poker, con qualche carta buona e molti bluff.»
«Il privato è legittimato a poter dire tutto e il contrario di tutto. Può dire di costruire un’autostrada, una superstrada, una monorotaia. Può dire di pagarla con fondi privati, senza casualmente dare informazioni di trasparenza sui fondi, e può anche elemosinare nelle tasche di Regione Lombardia. Ma se gli arbitri, che sono la Provincia e i top player della stampa, latitano, il gioco diventa falsato.»
«Il nostro comitato in questi mesi non si è pronunciato sull’opera perché ad oggi nulla esiste, a differenza di qualche politichino parla senza aver visto un numero.
La misura è ormai colma però. Per questo motivo, da febbraio raggiungeremo, attraverso una campagna media, oltre 150.000 cittadini bergamaschi, cercando di fare chiarezza su un’opera su cui si è detto tutto e il contrario di tutto, senza basi scientifiche, anche a mezzo stampa.»
«Un’operazione verità che, attraverso nuovi metodi di comunicazione, permetterà a ogni singolo cittadino residente sull’asse dell’autostrada Bergamo – Treviglio, di scoprire il progetto e le sue lacune.»
«Non esiste una connessione veloce tra Bergamo e Treviglio, ed è un problema. Ma tra il fare e il fare bene, c’è una discriminante non indifferente.»

Cambiamola

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