No al CSS nei cementifici!



Parte dell'articolo che oggi troverete sulle pagine de L'Eco di Bergamo (che ieri aveva realizzato un bel servizio andato in onda al TG locale). Nonostante il successo dell'evento, si resta un po' amareggiati per come vengono riportate le informazioni e le tante cose che sono state dette sono riassunte in un "no al cementificio".
Chi ha organizzato l'evento, l'associazione 5R Zero Sprechi, mai citati, ma fa niente 😉 l'ha fatto per evidenziare la pericolosità e la non "economicità" del bruciare CSS: usare CSS come combustibile in un cementificio significa bruciare plastica, pneumatici e gomme, significa emettere nell'aria sostanza inquinanti (diossine, metalli pesanti e pcb) 9 volte più elevate rispetto a quanto stabilisce la legge per gli inceneritori, significa incenerire materiali che potrebbero essere tranquillamente riciclati in larghissima parte e che invece sono pagati da noi cittadini con la nostra bolletta per essere inceneriti (circa 100 euro a tonnellata), significa produrre un cemento composto per il 15% da ceneri tossiche (senza dirlo a nessuno).
La chiusura è stata avanzata da chi si è unito alla nostra iniziativa, non certo da noi. Eppure le stesse identiche problematiche ambientali e sanitarie evidenziate a Tavernola Bergamasca sono presenti in modo analogo anche a Calusco d'Adda; lì c'è il Comitato "La Nostra Aria" che ieri era presente, ha parlato per bocca di Attilio Agazzi e ha evidenziato enormi criticità... però nell'articolo non viene manco citato.

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