TAV: le solite quattro mezze balle


Corrado Augias, sulle pagine de La repubblica "torna a parlare" di TAV, ma lo fa raccontando le solite quattro "mezze balle". Certo, ha buon gioco ad enfatizzare l'azione di quattro violenti "vetero ambientalisti", tacendo, di contro, la massa dei NO Tav che ha manifestato pacificamente domenica (il vecchio trucchetto di mostrare il dito piuttosto della luna...). Ma se è vero che "in Francia i lavori proseguono senza suscitare le nostre interminabili discussioni" resta da spiegare con quali soldi finiranno i lavori, visto che, ad oggi, i francesi non ci ha ancora messo il becco di un quattrino. Perché "il Corridoio Mediterraneo, che collega l’Europa dalla Spagna all’Ungheria al di qua delle Alpi" [nato da un'idea degli anni Ottanta, quindi rispondendo ad esigenze ampiamente superate, NdR] non prevede che sia ad "alta velocità", ma che sia tutta "armonizzata" (dettaglio non da poco, perché un tunnel con rete ferroviaria c'è già). Dimenticandosi poi di dire poi che il Portogallo ha già rinunciato a costruirlo, che alla Spagna interessa solo l'alta velocità passeggeri e per le merci ha in programma un binario unico, e che dopo Trieste il corridoio... scompare! E non è manco vero che "a lavori completati (2030) si avrà una riduzione del transito stradale di un milione di camion e Tir con una riduzione di 3 milioni di tonnellate di CO2" perché ci vorranno altri 20 per recuperare la CO2 consumata per costruire il tunnel. Ieri tutti hanno ricordato l'Earth Overshoot Day. E, aldilà delle belle parole, siamo tutti d'accordo su una cosa: di questo passo non possiamo più andare avanti. E Augias che fa? Ironizza sulla decrescita felice... Caro Augias, nessuno vuole tornare ad "una mitica età dell’oro di cui c’è traccia solo nelle fiabe" (magari andando in giro in calesse), ma se l’Unione Europea ha saggiamente scelto la strategia dell’economia circolare, per minimizzare l’uso delle materie prime, se ci chiede di costruire oggetti più durevoli e riparabili, di contrastare l’usa-e-getta, di riciclare i materiali a fine vita, forse sarebbe ora di smetterla di martellarci con questa continua crescita: l'espansione del trasporto merci, il fine ultimo della TAV, è chiaramente in aperto conflitto con i limiti fisici del pianeta.

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