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giorgio.elitropi
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Ieri il Partito degli Affari (Lega, Partito democratico, Forza Italia, persino gli autonomisti) ha dato il meglio di sé. In un dibattito in cui il merito non era secondario i Parlamentari che si sono cimentati con la tecnica hanno dimostrato ancora una volta di sapere poco e di dirlo anche male.
L. MALAN, FORZA ITALIA
“Esattamente un anno fa, tanti di noi erano con l’allora presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani a constatare che la linea è stata scavata nella galleria definitiva già un anno fa per chilometri e chilometri”.
Telt, la società promotrice pubblica dell’opera, deve ancora bandire i bandi per l’assegnazione degli appalti relativi al tunnel di base. Secondo Telt, a luglio 2019 è stato scavato “oltre il 18 per cento dei 164 km di gallerie previste per l’opera”, ma si tratta della discenderia di Villarodin-Bourget-Modane in Francia, di quella di Saint- Martin- la- Porte in Francia e del cunicolo esplorativo della Maddalena di Chiomonte. Cioè delle gallerie che servono a capire quali sono le caratteristiche del terreno. Non del tunnel di base.
M. ROMEO, LEGA NORD
“Il consiglio di amministrazione di Telt, di recente, ha portato l’Unione europea ad aumentare i finanziamenti al 50 per cento”.
Non c’è nessuna disposizione in tal senso ma solo un annuncio della coordinatrice del Corridoio Mediterraneo Iveta Radicova, diramato dal consiglio di amministrazione di Telt. Tra l’altro espressione di una Commissione in scadenza. Al momento il co-finanziamento Ue è del 40%.
J. UNTERBERGER, SVP
“In questo modo, si darà al l’Italia un’in fra struttura fondamentale per il collegamento con il cuore dell’Europa, che renderà più vicini i nostri Paesi, proprio come, da dieci anni a questa parte, sono diventate più vicine città come Roma, Bologna, Milano o Firenze”.
Si fa finta di non sapere (o forse non lo si sa) che il Tav Torino-Lione è centrato sul trasporto merci e non passeggeri. In ogni caso, nel caso dei passeggeri, come spiega Angelo Tartaglia, docente di Fisica al Politecnico di Torino, negli ultimi venticinque anni i passeggeri tra Milano e Parigi sono rimasti circa duemila al giorno, i treni, tre, sono rimasti gli stessi, e se si guarda l’orario ufficiale si scopre che tra le due città si mantengono ben 9 stazioni tra cui Novara, Vercelli e Oulx Sestriere. Addirittura, il treno in andata verso Parigi non ferma nemmeno a Lione città ma a Lione Saint Exupery, cioè all’aeroporto.
R. NENCINI, SOCIALISTA
“La seconda questione riguarda il traffico sull’arco alpino. I dati ufficiali dicono che se nel 1967-1968 esso era di circa 20 milioni di tonnellate l’anno nel 2018 è passato a 200 milioni di tonnellate l’anno. Quindi, se bloccassimo i 56 chilometri, i danni sarebbero assolutamente evidenti”.
Sembra quasi che dal tunnel della Val di Susa debbano passare 200 milioni di tonnellate. Il traffico merci tra Italia e Francia, invece, è rimasto stabile: all’inizio del 2000 era anche superiore ai 50 milioni. Il traffico è in aumento nei valichi alpini svizzero e austriaco. Lo dimostra il calo drastico delle merci sulla linea storica del Frejus ridottesi a 3 milioni di tonnellate rispetto ai 9 milioni del 2000. Non a caso anche l’Osservatorio sul Tav ha ammesso che le previsioni fatte dieci anni sono state smentite dai fatti.
A. De Bertoldi, FdI
“La Tav, cari colleghi - lo dovreste sapere meglio di me - è la tratta che collega Lisbona, Barcellona, Torino, Trieste, Bologna e Ravenna, per arrivare fino a Kiev, nella lontana Ucraina”.
Lo sappiamo meglio di lui: oggi il Corridoio 5 non esiste più nemmeno nel nome, Lisbona-Kiev è finito. Si chiama Corridoio Mediterraneo e al posto di Lisbona, si è inserita Algericas, sul bordo più meridionale della Spagna. Nemmeno Kiev esiste perché il progetto si ferma ai confini dell’Ucraina. I lavori sono in alto mare in Spagna, in Francia, in Slovenia l’opera è contestata e in Croazia lo stato dei lavori è definito dal rapporto della Commissione come “studi in corso” e lavori di ammodernamento.
M. A. GALLONE, FORZA ITALIA
“Quella che volete bloccare è parte della futura metropolitana d’Europa e serve a far muovere il 18 per cento della popolazione europea, in regioni che rappresentano il 17 per cento del Pil europeo”.
Vedi la precisazione precedente.
M. RUSPANDINI, FDI
“Secondo Confindustria è del tutto ovvio che, se non si facesse la linea Tav, mancherebbero addirittura 50.000 posti di lavoro”.
La cifra, andando a cercare in Internet, grazie anche allo scrupoloso lavoro dell’agenzia Agi, viene da Silvio Berlusconi oltre che dal presidente di Confindustria. In realtà, ad oggi, dati Telt, in totale lavorano alla Tav circa 800 persone.
Salvatore Cannavò, Il Fatto Quotidiano, 8 agosto 2019
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