Chiedere se la tariffa puntuale "serve" significa non aver capito nulla!



A Bergamo, dopo anni di chiacchiere, l'amministrazione prova a muovere (male) i primi passi verso la Tariffa Puntuale e la Federconsumatori pubblica un articolo che trovate qui


Gente che parla senza aver capito nulla, senza aver letto nulla, senza essere andato solo a vedere come funziona... La domanda "Ma serve?" fa capire che quando questa gente qua parla di economia circolare non ha capito proprio nulla... Poi magari sono i primi che hanno messo il like alla pagina dei ragazzi del Friday For Future o a Greta Thunberg... Cosa significa chiedere "ma quanto costa"? Lo sa questo signore cosa sono i contributi Conai? Lo sa che già per legge la raccolta differenziata "fatta nel migliore dei modi" dovrebbe essere la regola che tutti dovrebbero fare? E quella soglia del 65% che ogni tanto si sente in giro, non è il limite oltre cui non andare, ma è il minimo da cui partire per andare oltre... Lo sa che smaltire negli inceneritori il secco residuo (quei rifiuti che ci si ostina a chiamare "indifferenziata") ha dei costi (enormi) che incidono sulla Tari? Più plastica, carta, vetro e metallo si separa, meno secco residuo si fa, si prendono più contributi dal Conai (perché si recupera materia) e si spendi meno in smaltimento: a conti fatti, gli addendi con il segno positivo sono maggiori di quelli con il segno negativo e la Tari è automaticamente più bassa. 
Il trucco della Tariffa Puntuale sta qui... è l'uovo di Colombo a ben vedere, nulla di scientifico e astruso, tutta roba molto concreta, come già facevano i nostri nonni (contadini) che non buttavano via nulla. Certo, occorre mettere da parte la nostra sistematica e moderna "pigrizia" fondata sull'usa e getta, fare un piccolo sforzo nel collegare il cervello alle mani e separare nel migliore dei modi quando scartiamo qualcosa. Poi magari la Tariffa Puntuale andrebbe fatta in modo un po' diverso rispetto alla "paccottaglia" proposta dal comune di Bergamo: invece dei sacchi (poi qualcuno mi spiega il senso di limitare i sacchi per la plastica, perché quello è un grandissimo mistero...), un bidone dotato di tecnologia Rfid è senz'altro la soluzione che funziona meglio, sperimentalmente provato. E poi tanta ma tanta formazione alle persone, fatta da gente preparata che sa quello che dice, non certo una semplice lettera "che spiega cosa fare". Perché per smontare tanti falsi luoghi comuni (costruiti spesso artatamente da chi vuole che il sacco del secco sia sempre strabordante) ce ne vuole un po'... Ma con pazienza si riesce a fare tutto, anche a bucare una roccia... Ovvio, occorre volerlo fare e non far finta di farlo.

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