La cultura e la Carrara svuotata

Nella nostra benedetta città (Bergamo, NdR) a volte succedono cose che altrove scatenerebbero vivaci polemiche e invece qui scorrono via come acqua fresca. Mettete, per esempio, la decisione di prestare, a pagamento ovviamente, una cinquantina fra le migliori opere dell’Accademia Carrara (dal San Sebastiano di Raffaello alla Natività di Maria del Carpaccio, la Madonna del Bellini, la Madonna del Sassoferaio, la figlia Irene di Cesare Tallone, mica robetta) per esporle dal 12 agosto sino ai primi giorni di gennaio 2022 nelle sale del Bund One Art Museum di Shanghai. 

Pare che la prestigiosa istituzione culturale bergamasca abbia un dannato bisogno di soldi e allora, visto che gli asiatici ne hanno da buttare, si è pensato bene di approfittare di un’offerta sontuosa ma di cui non è dato conoscere l’entità (ah, la trasparenza). E poco importa se così si mandano in giro opere d’arte come pacchi postali. E ancor meno ci si preoccupa del depauperamento che si infligge alla Carrara proprio nel momento in cui, finito l’isolamento, dovrebbe tornare ad accogliere visitatori. 

Scusate, ma che appeal può avere una pinacoteca privata delle sue opere migliori? Evidentemente, qui si è fatto un calcolo da salumieri: il prestito mi rende tot, i biglietti mi avrebbero reso tot (molto meno), e quindi via allo svuotamento. Con tanti saluti alla città della cultura, della grande bellezza e di tutte le pompose amenità che vengono elargite quando si tratta di tagliare nastri. 

Ma c’è dell’altro. Nei prossimi mesi la Carrara sarà sottoposta ad un intervento di riallestimento delle sale. Chi ha un poco di memoria ricorderà che nel lungo periodo di chiusura della pinacoteca (7 anni…) è stato realizzato un costoso progetto di riallestimento. Ora, ci dicono i beneinformati che ne serve un altro, più moderno e adeguato ai tempi. Sarà, ma se ne andranno altri soldi. 

Bene, di tutto ciò avete per caso sentito parlare nel dibattito politico e culturale della città? Tutti contenti e soddisfatti di questa operazione? E le opposizioni di centrodestra, così pervicacemente ostinate a discutere solo di sicurezza e di ordine pubblico, hanno la sensibilità di sollevare interrogativi anche sulla politica culturale? Perché può anche darsi, e noi ne dubitiamo, che l’operazione sia straordinaria e lungimirante ma qualche domanda ogni tanto converrebbe pur farsela. Giusto per marcare la differenza tra cittadini e sudditi.

Cesare Zapperi (tratto da Facebook) 

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