Putin è cattivissimo per Sala, ma se invece di cacciare i maestri d’orchestra dalla Scala imponesse un piano per ridurre la dipendenza di A2a dal gas russo?
I cittadini di Milano e Brescia possiedono, l'azienda, la A2a, figlia della milanese Azienda elettrica municipale (Aem).
Società oggi strategica, perché fornisce energia, luce, gas e servizi di pulizia alle due città lombarde.
Da tempo non è più una municipalizzata, ma una società per azioni quotata in Borsa. Questo però non può far venir meno la sua natura di azienda pubblica, controllata dai cittadini attraverso i sindaci di Milano e Brescia, che detengono ciascuno il 25% delle azioni, con il restante 50% collocato sul mercato azionario.
Ma oggi A2a appare invece un’azienda gestita dai suoi manager, il presidente Marco Patuano e l’amministratore delegato Renato Mazzoncini, come fosse cosa loro, senza informare le città e in un intrico di conflitti d’interessi inaccettabile. A2a ha deciso di vendere la sede storica di Aem, in corso di Porta Vittoria nel centro di Milano, e altri due immobili: agli inglesi di Henderson Park, a un prezzo di favore, 221 milioni, e senza gara.
Può farlo una società che è una spa ma appartiene ai cittadini? A2a ne ha informato il sindaco Giuseppe Sala? Se sì, Sala ha dato il suo assenso? E perché non ne sono stati informati i cittadini e i Consiglieri comunali di Milano e di Brescia? L’operazione immobiliare appare già a prima vista molto discutibile.
Prevede anche l’acquisto di azioni proprie (a che prezzo? Con decisione approvata da chi? Il cda di A2a ne ha informato i due Comuni? I sindaci e le giunte hanno dato il via libera?). E soprattutto: si vende una sede storica per poi investire il ricavato nella costruzione della Torre Faro, un grattacielo (l’ennesimo!) di 28 piani a Porta Romana.
È questa la “transizione ecologica” del sindaco Sala verde come Shrek, nella Milano dello smart working e nell’Europa della guerra e del caro energia? I Consigli comunali di Milano e di Brescia hanno discusso l’operazione?
A proposito di “transizione ecologica” (formula magica dietro cui si nasconde il vecchio greenwashing): A2a ricava la maggior parte dell’energia che produce, ancora oggi, dai combustibili fossili (76% di termoelettrico) e solo una piccola parte dalle rinnovabili (23% idroelettrico, 1% fotovoltaico, 0,09% eolico).
Putin è cattivissimo per Sala, ma se invece di cacciare i maestri d’orchestra dalla Scala imponesse un piano per ridurre la dipendenza di A2a dal gas russo?
La produzione (futura) di energia pulita è affidata a un accordo sottoscritto nel giugno 2021 da A2a con Ardian, società d’investimento di private equity con sede in Francia, scelta per diventare partner esclusivo “per i futuri investimenti nel settore della generazione di energia rinnovabile in Italia”.
È stata scelta – e aridàgli – senza gara.
In base a quali criteri? A guardar bene e a pensar male si scopre che Ardian è assistita da Nomura come consulente finanziario unico per l’operazione; e che Patuano, il presidente di A2a, è guarda caso dal 2019 senior advisor di Nomura, per la quale opera (si legge in un comunicato della banca) come “advisor delle attività in Europa, con particolare attenzione all’Italia”. Conflitto d’interessi?
Roba vecchia.
Il sindaco Sala, così attento ai direttori d’orchestra, non dà mai un occhio anche ai manager delle aziende di cui è responsabile davanti ai cittadini? Il 22 gennaio 2022, Ardian e A2a hanno comunicato un accordo da 452 milioni di euro, con i quali A2a acquista da fondi Ardian impianti eolici e fotovoltaici in Italia e in Spagna. Quanto guadagna da questo affare Patuano l’advisor di Nomura, omonimo del Patuano presidente della A2a che paga? Sono operazioni raccontate, nel silenzio generale, da quel “sindaco ombra” di Milano che è Luigi Corbani. Che cosa risponde quell’ombra del sindaco che è ormai Giuseppe Sala?
Gianni Barbacetto, Il fatto quotidiano
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