A riveder le stelle

Beppe Grillo ospita sul suo blog un post di Paul Rulkens: “Viviamo in un mondo nel quale le domande saranno le stesse, sono le risposte che sono cambiate… Ciò che vi ha portati fin qui non potrà condurvi oltre… Bisogna cominciare a fare cose mai fatte prima… Sappiamo con certezza che un 3% delle persone è in grado di raggiungere risultati straordinari. Ciascuno di voi può entrare a far parte di quel 3% se decide, a partire da oggi, di rompere con gli standard… La scelta sta solamente a voi”.

E ci aggiunge una massima di Einstein: “Chi segue la folla non andrà mai più lontano della folla. Chi va da solo è più probabile che si trovi in luoghi dove nessuno è mai arrivato”. 

Molti vi leggono un invito ai 5Stelle a uscire dall’assembramento draghiano per tornare a combattere senza compagnie imbarazzanti. 

Se così fosse, mancherebbe un cenno di autocritica, perché fu proprio Grillo a costringere il suo riottoso movimento ad arrendersi a Draghi.

Qualcuno capì subito che la restaurazione del Dragopardo serviva proprio a ribaltare l’esito elettorale e neutralizzare il M5S, affogandolo in una maggioranza talmente ampia che lo trasformasse da primo partito a pelo superfluo. 

Altri hanno atteso 15 mesi. Ma ora tutte le carte sono in tavola: solo la sindrome di Stoccolma può spiegare la presenza del M5S nel governo più Ancien Régime mai visto, accanto ai complici di Cuffaro e Dell’Utri che si rimangiano la Sicilia, ai nemici del 41-bis e dell’ergastolo che spargono finte lacrime a Capaci, ai referendari che vogliono riportare i condannati nelle istituzioni e abolire la custodia cautelare, ai camerieri di Biden che predicano guerra e riarmo a oltranza, agli affamatori che attaccano il reddito di cittadinanza e sabotano il salario minimo, ai premi Attila che si arrapano per inceneritori, carbone, trivelle e nucleare. 

Il Pd lettiano, dopo la parentesi Zingaretti, è tornato renziano (senza Renzi, per giunta) e su molti contenuti è più vicino al centrodestra che al M5S. Quindi non c’è più “campo largo” (o camposanto) e “fronte progressista” che tenga. 

Intanto cresce, soprattutto fra i giovani, un movimento ancora indistinto che unisce studenti ignorati o manganellati e perquisiti, ambientalisti, pacifisti e legalitari che cercano casa. 

Ma non sanno o non sentono di averla già nei 5Stelle, nati proprio su quei valori il giorno di San Francesco del 2009. E ora hanno pure un leader che ha già dimostrato di saper fare il premier con disciplina e onore e uscire dal settarismo per aprirsi a mondi nuovi. 

Ma resta impantanato in un governo impresentabile e inconcludente che giova solo a chi non ne fa parte. 

“Chi va da solo è più probabile che si trovi in luoghi dove nessuno è mai arrivato”. 

Appunto.

Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano, 24 maggio 2022

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