No all'inceneritore di Montello!

 


Egregio direttore, con la presente intendiamo esporre alcune considerazioni in merito all’articolo apparso venerdì 16 febbraio sulle pagine del vostro rinomato quotidiano. In esso sono esposte le ragioni per cui la Montello Spa intende costruire un inceneritore, chiamato nell’articolo con il termine tutto italiano di “termovalorizzatore”. Cercheremo di esporre brevemente le ragioni per cui siamo contrari a tale opera. Intendiamo però partire da quanto riportato dal dottor Roberto Sancinelli e fare alcuni considerazioni. L’articolo inizia subito col porre l’attenzione sugli odori (anche se sarebbe stato meglio chiamarli miasmi). Ad oggi, nonostante importanti opere realizzate dalla Montello Spa, su ordine di Arpa Lombardia, e che avrebbero risolto in breve tempo la causa delle molestie olfattive, i problemi permangono e la situazione è al di sopra di ogni limite di tolleranza per tutti coloro che abitano nei paesi limitrofi. Il problema “odori”, quindi, dovrebbe essere già risolto, ma così non è. Si passa poi ad enunciare alcuni vantaggi che dovrebbero derivare dalla realizzazione dell’inceneritore: meno vapore (e qui ci domandiamo, senza trovare una risposta, quale sia il problema che produca il vapore…), meno utilizzo di gas metano fossile (che, oltre alla produzione del CSS, cioè di plastica, gomme e pneumatici fuori uso tritate e mischiate per poter essere bruciate negli inceneritori, è la principale attività della Montello Spa negli ultimi anni, cioè conversione della frazione umida dei rifiuti in gas metano) e meno movimentazione di rifiuti. Ci preme precisare subito che incenerire i rifiuti, però, non ne causa la scomparsa. Come ci ha insegnato lo scienziato Antoine-Laurent de Lavoisier, ben prima della Rivoluzione francese, “nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma”: la materia incenerita si trasforma sì in un 25% circa in energia elettrica, ma il resto diventa polveri ultra sottili, varie tipologie di gas e sostanze come diossine, metalli pesanti, furani e policlorobifenili, tutte altamente cancerogene, lasciando poi sulle griglie un altro 20% circa di ceneri tossiche, che andranno stoccate, (trasportandole con autocarri e, quindi, “movimentandole”) in speciali discariche ricavate da miniere di sale in Germania. Questo aspetto, inoltre, contraddice quanto si afferma poco dopo a proposito della “circolarità economica” che permetterebbe di “chiudere il cerchio”: produrre nuovi rifiuti non genera alcuna circolarità!
Nessuno vuole contestare al dottor Sancinelli la possibilità di investire nuovi capitali per migliorare la sua impresa: ciò è sancito dal primo comma dell’articolo 41 della Costituzione che afferma proprio che “l'iniziativa economica privata è libera”. Tuttavia, ci preme sottolineare anche il secondo comma dello stesso articolo, secondo il quale (l’iniziativa economica) “non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente”. Ed è proprio questo aspetto che ci lascia alquanto perplessi vista anche la comprovata letteratura scientifica esistente circa l’enorme pericolosità per la salute e per l’ambiente di queste enormi “stufe”, di cui la Regione Lombardia, tra l’altro, detiene il già non poco invidiabile record di averne ben 13 sul proprio suolo.

Giorgio Elitropi – Rete Rifiuti Zero Lombardia


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